venerdì 31 luglio 2015

9. Geyser - Cascate - Spiagge Nere - Icebergs

Geisyr

Iniziamo la giornata sotto una pioggerella insistente per un’oretta circa poi il cielo si fa un po più chiaro, anche se rimane nuvoloso per il resto della giornata. La prima tappa è la visita del famoso sito geotermico di Geisyr dove tra pozze di acqua ribollente e fumarole c’è il famoso geiser che spruzza una colonna dìacqua e vapore alta trenta metri ogni sei minuti circa.

Il sito è affollatissimo di turisti di ogni nazionalità giunti da Reykjavik con autobus gran turismo o a bordo di mostruosi suv con gomme dal diametro pazzesco. Anche noi, come loro, ci mettiamo in attesa della fuoriuscita della colonna d’acqua con la speranza di fare qualche bello scatto.



Lasciamo Geisyr per la seconda visita della giornata che dista solo una decina di km: Gullfoss, la cascata d’oro che con il suo doppio salto si getta in un canyon lungo e profondo ricordando, con un po di fantasia, il Grand Canyon degli Stati Uniti.

























  Purtroppo manca il sole e pertanto non si forma l’arcobaleno tra la nube di acqua nebulizzata che si alza dal fondo valle ma lo spettacolo è comunque grandioso.


      
               
Il Vulcano Hekla
Visto che non piove decidiamo di prendere la strada che porta al vulcano Hekla fino a Burfell, punto dal quale lo si può ammirare in lontananza ancora completamente ricoperto di neve e ghiacci perenni. 

Saliamo oltre costeggiando un lago artificiale che sorge al centro di un enorme campo di lava a testimonianza di una sconvolgente passata eruzione. 
Poco più avanti la strada si trasforma in pista, che per via della neve non è ancora transitabile, e noi torniamo sui nostri passi fermandoci però a visitare un gruppo di case coloniche con i muri in torba risalenti all’anno mille.

A questo punto, soddisfatti ed appagati, percorriamo gli ultimi 70 km che ci separano dalla guesthouse che abbiamo scelto per la notte. Come ho già spiegato, di sovente nelle guesthouse non c’è personale fisso e bisogna telefonare al numero esposto all’ingresso per far venire l’addetto. In questo caso l’addetto non è nemmeno venuto, la porta era aperta e le chiavi erano sul bancone, mentre il pagamento è stato fatto via internet con carta di credito.


Non è certo il modo migliore di accogliere gli ospiti. Se il futuro dell’Islanda è nel turismo, come fermamente credo, gli islandesi stanno partendo però con il piede sbagliato. Approfittano della penuria di alloggi e della disponibilità dei turisti per far pagare cifre pazzesche per dei tuguri che chiamano camere in queste fatiscenti guesthouse. Il turista non è un pollo da spennare.

Il mattino seguente mi sveglio con il sole che entra prepotentemente nella stanza, in cucina non c’è nulla da mangiare quindi partiamo alla ricerca di un locale dove far colazione ma, vista l’ora, ovviamente senza successo.
Seljalandsfoss
                                                                                                                                             
Proseguiamo dunque sulla Ring 1 fino alla bella cascata di Seljalandsfoss. La nuvola d’acqua nebulizzata è come sempre molto alta e pertanto nell’avvicinarci riusciamo a bagnarci completamente. Per i più audaci c’è anche un bel sentiero, piuttosto scivoloso, che gira dietro alla cascata.
Continuiamo in direzione di Skogafoss, decisamente più imponente e affollata della precedente circondata da negozi e negozietti sorti di recente.
Facciamo la conoscenza di una simpatica coppia con bambino, australiano lui, bresciana lei, che ci chiedono di fotografarli mentre saltano tutti e tre insieme davanti alla cascata. Mah.

Skogafoss



Tappa successiva ai suggestivi faraglioni nei pressi di Vik. Il tempo purtroppo si guasta e cala una foschia che ci accompagnerà per il resto della giornata. Il posto comunque è stupendo e bello anche così.

Vik
La sabbia è nera come il carbone e fa risaltare la schiuma bianca delle onde che si infrangono a riva. Il sito è anche un’oasi naturalistica dove si possono ammirare molte specie di uccelli, tra i quali i mitici puffins o pulcinella di mare, finora mai avvistati.
Poco più avanti sorge un bel faro su una scogliera alta 110 m a picco sul mare ma viste le condizioni meteo decidiamo di proseguire fino a Vik per una piccola sosta.
Più avanti sulla Ring 1 ammiriamo sulla sinistra le tre lingue di ghiaccio del Vatnajokull, il ghiacciaio più grande d’Europa dal quale si staccano anche le centinaia di blocchi di ghiaccio, piccoli e grandi, che dopo aver attraversato  il Jokulsalron, la laguna degli icebergs, finiscono in mare aperto.


Vatnajokull

Spettacolari sono anche i blocchi di ghiaccio spiaggiati sulla sabbia nera che sembrano dei giganteschi diamanti. Un’agenzia organizza delle escursioni in laguna a bordo di mezzi anfibi ma il freddo è talmente pungente che non so proprio se ne valga la pena.

Jokulsralon


Percorriamo l’ultimo tratto di strada che ci separa da Hofn dove prendiamo alloggio in una guesthouse nuova e piuttosto carina adattandoci però in tre in un’unica camera visto l’esorbitante prezzo di 197 euro a notte.
                                                Usciamo a cena per mangiare le langoustine, molto rinomate da queste parti, e poi facciamo una lunga passeggiata cercando di riconoscere i luoghi già visti in passato. 

Qui però tutto sta cambiando, costruzioni nuove, strade nuove, la cittadina è irriconoscibile. La parte sud dell’Islanda si è trasformata parecchio cercando di dare ai turisti in aumento tutti i servizi di cui hanno bisogno. Le guesthouse ad esempio, prima inesistenti, ora sono dappertutto. 


Ci sono hotel nuovi di zecca e supermercati che vendono prodotti globalizzati. Il traffico è aumentato e si vedono in continuazione pullman carichi di turisti che sfrecciano a destra e a manca verso le località più conosciute. Questa baraonda al Nord non c'è ed è tutto molto più autentico e naturale. Per quanto mi riguarda la vera Islanda è quella là, quella degli spazi deserti incontaminati, con le pecore a bordo strada e con il vento che soffia implacabile. L’Islanda del turismo di massa a me interessa veramente poco.